Un nuovo studio su Intelligenza Artificiale e creatività

Nei mesi scorsi ho più volte toccato il tema del rapporto tra Intelligenza Artificiale Generativa e creatività provando a ragionare sulla paura che la prima possa ammazzare la seconda o se, al contrario, ne possa essere una grande alleata.

Recentemente è stato pubblicato su Science Advances uno studio sull’influenza dei modelli di linguaggio di grandi dimensioni (LLM) nella produzione creativa, focalizzato sulla scrittura di racconti brevi.

I ricercatori hanno reclutato 293 partecipanti, chiedendo loro di scrivere brevi racconti suddivisi in tre gruppi di scrittori:

  • gli autonomi, senza assistenza dall’AI
  • gli ispirati, che hanno ricevuto una singola idea iniziale dall’AI
  • gli assistiti, che hanno ricevuto fino a cinque idee fornite dall’AI.

I partecipanti hanno affrontato i temi avventure in mare aperto, nella giungla o su un pianeta diverso, seguendo istruzioni sulla lunghezza e il pubblico target (adolescenti e giovani adulti). Successivamente, 600 valutatori hanno giudicato le storie per creatività, qualità della scrittura e gradimento generale.

I risultati

I risultati hanno mostrato diversi fenomeni:

  • un aumento della creatività individuale tra i partecipanti che hanno utilizzato l’AI, specialmente tra coloro meno inclini alla originalità
  • una diminuzione della varietà delle storie create con il supporto dell’AI, con una maggiore uniformità nei contenuti
  • valutazioni positive sul coinvolgimento e la qualità delle storie create con il supporto dell’AI, sebbene non risultino sempre le più divertenti
  • un impatto significativo sulla qualità delle storie dei partecipanti meno creativi grazie all’AI.

Lo studio sottolinea un interessante paradosso: se da un lato l’AI generativa può potenziare la creatività individuale, dall’altro c’è il rischio di un grande appiattimento nei contenuti, compromettendo la diversità collettiva. Gli autori, al riguardo, invitano a considerare gli effetti a lungo termine di queste tecnologie sulla creatività.

Alcune considerazioni

E su questo, facendo una riflessione personale, bisogna considerare che siamo alle prime generazioni di queste tecnologie. Da un lato sono state addestrate pressoché interamente da materiale generato da esseri umani e, quindi, intrinsecamente più naturale rispetto a quello che potrà accadere in futuro dove, verosimilmente, entreranno nei set di addestramento, dei testi che a loro volta sono stati generati da modelli linguistici. 

Dall’altro i modelli linguistici potrebbero svilupparsi ulteriormente risultando essere ancor più naturali e, soprattutto, originali rispetto agli attuali. Su quest’ultimo aspetto, proprio considerando la natura statistica di queste tecnologie, sono molto curioso di vedere che tipo di soluzioni potranno essere individuate.

E’ possibile leggere lo studio completo a questo indirizzo.

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