L’Intelligenza Artificiale Potrà Riscrivere la Narrazione Visiva?

La diffusione dei primi video prodotti da Sora, il nuovo impressionante modello di OpenAI di text to video, ha inevitabilmente scatenato una serie di riflessioni sul futuro dei video che, fino ad oggi – a meno di pochi eclatanti casi di deep fake – sono state considerate le rappresentazioni più originali e meno aggredibili dalle AI generative.

Ho trovato molto coinvolgente l’articolo del New Yorker nel quale l’autore, a partire dalla propria esperienza personale di registrazione di un mese nella vita dei suoi figli, riflette su come i nuovi strumenti di AI potranno modificare il modo stesso in cui verranno, da qui in avanti, registrate le nostre memorie.

Con la sua capacità di creare video dettagliati e immersivi da semplici prompt testuali, Sora – ma anche tutti i modelli che sicuramente da qui a poco seguiranno – potrebbe potenzialmente rivoluzionare il campo della produzione di contenuti, rendendo possibile la visualizzazione di scenari prima inimmaginabili senza l’intervento di costose produzioni video.

Tuttavia, emergono questioni critiche riguardanti l’autenticità e la veridicità dei nostri ricordi e delle esperienze personali. Ci troviamo di fronte al potenziale dilemma di dover distinguere tra ricordi genuinamente vissuti e quelli generati artificialmente. Questa prospettiva solleva interrogativi profondi su come potremmo percepire la realtà in un futuro non troppo lontano.

Mentre, da un lato, è giusto celebrare le innovazioni che rendono possibili nuove forme di espressione e narrazione, dall’altro è cruciale mantenere un atteggiamento equilibrato verso le implicazioni etiche e sociali di queste tecnologie.

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