Il CHIPS Act E La Lenta Gestione Dei Fondi

Uno degli argomenti che più mi appassiona, per le sue enormi implicazioni economiche e politiche, è il CHIPS Act statunitense.

Approvato nel 2022, il CHIPS Act è fondamentale per la strategia industriale tecnologica americana, poiché punta a migliorare la competitività e l’indipendenza degli USA nel settore della produzione dei semiconduttori, cruciale sia per l’economia che per la sicurezza del paese. Nonostante il grande valore strategico, l’implementazione di questa legge sta incontrando importanti ostacoli per quanto riguarda l’uso effettivo dei fondi stanziati (e su questo mi ricorda maggiormente fatti di casa nostra).

Il programma CHIPS, con un budget di quasi 53 miliardi di dollari, ha lo scopo di stimolare la produzione domestica di semiconduttori, attrarre investimenti e creare posti di lavoro qualificati. Tuttavia, fino ad ora, meno di 700 milioni di dollari sono stati effettivamente distribuiti. Questa lentezza nella spesa ha suscitato non poche critiche sulla capacità del governo americano di gestire programmi di tale portata e complessità.

Il divario tra gli annunci pubblici e l’effettiva erogazione dei fondi è evidente. Negli ultimi mesi – come riportato in precedenza – sono state annunciate assegnazioni a diversi produttori per 29 miliardi di dollari. Tuttavia, tali fondi, sono ancora oggetto di negoziazione e non si sono concretizzati in progetti avviati né tantomeno completati. Questo ritardo è particolarmente problematico in un settore iper veloce e competitivo dove il tempo per capitalizzare sulle innovazioni è limitato.

Un altro aspetto importante è rappresentato dall’integrazione delle competenze e delle infrastrutture necessarie per sostenere una rinascita del settore dei semiconduttori negli Stati Uniti. Molti dei lavori più qualificati sono stati delocalizzati all’estero, e riportarli in territorio statunitense richiede non solo investimenti in formazione e sviluppo delle competenze, ma anche la costruzione di una catena di fornitura robusta e reattiva.

E in Europa? A Settembre 2023 è entrato in vigore lo European Chips Act che ha l’obiettivo di raddoppiare la quota di mercato globale dell’Ue nel settore dei semiconduttori entro il 2030, dall’attuale 10 ad almeno il 20 per cento. I fondi disponibili dovrebbero ammontare a 43 miliardi di euro in investimenti pubblici e privati da qui alla fine del programma. Catania, tramite il CNR, è assegnataria di 360 milioni per la ricerca sui semiconduttori a banda larga, ma spero di leggerne presto di effetti concreti.

Se volete saperne di più sul tema, il sito della Semiconductor Industry Association offre una ampia serie di articoli e approfondimenti al riguardo.

Aggiornamento del 30 maggio 2024

Nel frattempo è emerso che il congresso USA avrebbe approvato un progetto segreto di sicurezza nazionale chiamato Secure Enclave, per il quale sono stati deviati 3,5 miliardi di dollari dai finanziamenti del CHIPS e del Science Act. Il progetto prevede la creazione di una struttura specializzata per la produzione e la finitura di chip per il Pentagono da parte di una singola azienda, probabilmente Intel. Tuttavia, ci sono diverse questioni in sospeso, tra cui quale agenzia pagherà per il progetto e come garantire la sicurezza dei chip più performanti, che spesso provengono dal mercato commerciale globale. Inoltre, alcuni critici del progetto Secure Enclave sostengono che non ci siano abbastanza prove per dimostrare che il progetto migliorerebbe la sicurezza degli Stati Uniti rispetto ad altre alternative che erano state prese in considerazione dal Dipartimento della Difesa.

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