AI E Futuro Energetico, Un Puzzle Da Risolvere

Tra le numerose notizie sul mondo dell’intelligenza artificiale della scorsa settimana, quelle che hanno suscitato più attenzione sono state sicuramente gli annunci di Nvidia.

L’evento di lancio dei nuovi prodotti ha avuto, almeno nella mia “bolla”, una risonanza paragonabile a quanto accadeva ormai un quindicennio fa con i keynote di Apple firmati Steve Jobs.

Nvidia e l’architettura Blackwell attenta ai consumi

Non mi dilungo su quanto annunciato perché ormai la notizia è “fredda”, ma vorrei soffermarmi sull’aspetto che più mi ha colpito, dato che è legato ad uno dei temi AI che reputo più critici, ovvero come la nuova architettura Blackwell sia particolarmente parca a livello di consumi energetici.

Per dare un ordine di grandezza a tale risparmio, il consumo di energia durante l’addestramento dei modelli di AI più grandi ed avanzati utilizzando 2.000 chip Blackwell sarebbe di 4 MW per 90 giorni, rispetto ai 15 MW per 90 giorni richiesti dagli 8.000 chip H100 e A100, sempre di Nvidia, attualmente in commercio. Ciò significa che il consumo di energia dei chip Blackwell è quasi un quarto di quello di precedente generazione: la differenza tra il consumo energetico di 30.000 case e quello di 8.000 case.

Alla CERAWeek si parla di AI e consumi elettrici

Sempre settimana scorsa si è svolta la CERAWeek una delle più importanti conferenze sull’energia nella quale, proprio a seguito del successo delle AI generative nell’ultimo anno, si è a lungo discusso come debba adattarsi anche il mercato dell’elettricità.

I pianificatori della rete elettrica USA hanno raddoppiato la loro previsione su quanta energia sarà necessaria nei prossimi cinque anni, a causa della crescente domanda dell’industria dell’AI. Questo aumento della domanda sta portando a un divario tra la domanda dei data center e ciò che le aziende di energie rinnovabili possono costruire, il che significa che il boom dell’AI porterà, almeno nel breve periodo, a un aumento del consumo e delle emissioni di combustibili fossili.

L’aumento della domanda di energia per l’AI rappresenta non solo un problema, ma anche un’opportunità per chi sviluppa energie rinnovabili. I data center, infatti, sono disposti a sottoscrivere contratti di lungo termine, il che può facilitare il finanziamento e la costruzione di grandi progetti eolici e solari.

Ci troviamo di fronte ad una situazione estremamente interessante: domanda energetica in crescita legata all’esplosione delle AI, necessità di ridurre l’impatto carbonico tramite lo sviluppo di produzioni rinnovabili, ma anche con architetture tecnologiche attente al risparmio: è necessario un approccio coordinato tra il settore tecnologico, le utility e le aziende di energia rinnovabile per risolvere questo puzzle.

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