
Il Garante per la Privacy chiede informazioni a DeepSeek sull’uso dei dati personali
E dopo due giorni con DeepSeek presente sulla stampa generalista, non poteva che arrivare l’intervento del Garante per la protezione dei dati personali, che ha acceso i riflettori su potenziali rischi legati al trattamento dei dati personali degli utenti italiani.
La richiesta formale inviata alle società Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e Beijing DeepSeek Artificial Intelligence mira a chiarire aspetti fondamentali:
- quali dati personali vengono raccolti?
- da quali fonti e per quali finalità?
- su quale base giuridica si fonda il trattamento?
- i dati sono conservati su server in Cina?
L’attenzione è puntata anche sulle modalità di addestramento dell’intelligenza artificiale e sulla trasparenza verso gli utenti, iscritti e non, in caso di raccolta dati tramite web scraping.
Le società hanno 20 giorni per rispondere.
Come già visto con il caso ChatGPT, il tema della privacy e della conformità normativa torna prepotentemente sotto i riflettori. E, visti i precedenti, chi spera di utilizzare DeepSeek potrebbe presto trovarsi presto nella necessità di procurarsi una VPN per aggirare eventuali restrizioni in Italia.
E’ possibile leggere il comunicato del Garante per la protezione dei dati personali direttamente dal suo sito.